sabato 3 ottobre 2009

Coinquilini a NYC: awkward experience

Se un decimo delle cose che sono successe in questo appartamento fossero successe in quello di Milano io sarei già scappato a gambe levate. Qui però, oltre a non esserci grande alternativa e ad essere troppo lontani da casa, riesco a farmi forza pensando che non sarà per molto, che è un'esperienza e non la quotidianeità di un tempo indefinito.

Elencare tutto sarebbe impossibile, cito quello che mi viene in mente: fino ad ora già due persone hanno vomitato in bagno; musica hard rock ad alto volume la mattina appena svegli (loro, non io); appartamento sempre sporchissimo (sempre, soprattutto il bagno), tonnellate di stoviglie sporche lasciate per secoli nel lavandino; resti di pasti non buttati nella spazzatura ma fatti scorrere via dai piatti con l'acqua nel lavandini; gente che dorme in casa senza che io ne sappia niente; uso del mio cibo, delle mie stoviglie, di qualsiasi cosa sia mia ma posizionata in zone comuni (per la serie la proprietà privata...); sapete bene della festa del secondo giorno; urla, urla e ancora urla a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Con tutto questo non voglio dire che i miei coinquilini sono cattivi. Sono bravi ragazzi, ma davvero, solo il pensiero che durerà poco mi trattiene dall'esplodere.

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