sabato 24 aprile 2010

martedì 20 aprile 2010

Lost in mimic

Oggi sono andato al bar dell'università, tra una lezione ed un'altra, per prendere un caffè.
Era stato un po' difficile svegliarmi, la lezione di Scienza delle Finanze era stata soporifera ed ero quindi molto stanco.
Erano le 12.30 e molti ragazzi stavano pranzando. C'era una fila abbastanza lunga e caotica davanti alla cassa, poiché è in comune tra bar e mensa.

Con stile forse meridionale, forse solo campano, mentre un nugolo di ragazze si allontanava con lo scontrino in mano, non potendomi ancora avvicinare, ho sussurrato alla cassiera (o meglio, forse, ho mimato le parole con la bocca):"Un caffè".

Lei mi ha chiesto un euro e mi ha porto un Krapfen.

martedì 6 aprile 2010

Una doccia calda

Una doccia calda è proprio quello che serve.

I pensieri si ammassano e si confondono, le circostanze ti distraggono, i contorni sfumano tra percezioni estemporanee. Non sei stanco ma sei spossato, ti senti sconfitto dal caos delle sensazioni, ti sei chiuso a riccio per evitare almeno di essere invaso, per mantenere anche solo il senso di te stesso. Finisce la giornata, resta solo la notte.

Una doccia calda. Piano, ti lasci avvolgere dall'acqua calda e la nuvola grigia di pensieri si dissolve, proprio mentre il vapore inizia a circondarti e a condensarsi sulle piastrelle. Arriva la lucidità, lenta ma ineguagliabile, quello che non ha un posto trova almeno una giustificazione, con gentilezza, soddisfazione.

Ti prepari alla notte, col morbido pigiama, e alla lucidità si sostituisce il torpore sereno di chi sente di aver vissuto,di averlo sentito, di averlo capito, di voler continuare. Dopo una bella dormita.