mercoledì 20 gennaio 2010

Decadenza

Gennaio non è più giovane, scorre torbido già da un po' negli sguardi stanchi. Gli echi degli schiamazzi delle vacanze sono alle spalle, un po' nauseabondi per il "troppo senza criterio", per il "c'è chi non ne ha mai abbastanza". Il panettone mangiato a metà giace intonso da giorni nella dispensa, il pandoro mai aperto occupa spazi inconsueti, incerto sul proprio destino.
L'inverno ha solo mosso i primi cauti passi, ma non si vorrebbe pensare ad altro che all'anno che è iniziato, agli impegni primaverili, a un Luglio di cambiamenti, ad un Settembre di novità. Gennaio è un triste richiamo agli impegni, Febbraio è già morto, Marzo poi si vedrà.

Avvolto da queste nuvole grigie, per le strade, sui balconi di alcune case e sulle insegne di alcuni esercizi commerciali, qualcosa ogni anno darà il colpo di grazia al tuo animo incupito. I carnefici saranno stelle luminose stonate, strisce di luci natalizie ormai opache adagiate sui corrimano, ghirlande appassite (benché di plastica!) che adornano sfacciate i più improbabili antri. E' la sconfitta del mondo civilizzato, l'indolenza del "lo so ma non devo provvedere io, non oggi almeno", il suono sbiadito di un orchestra dismessa.

Verranno ore di luce senza rimpianti, colori palpitanti e allegri, pentole di parole interessanti e vitali, ma cominci a non crederci, mentre nauseato boccheggi, osservando l'apice della decadenza.

Ansia di Gennaio

Non c'è modo di tenere a bada le sensazioni. Ho seguito 5 corsi e studiato per 6 esami dall'inizio di Settembre ad oggi. Per l'ultimo esame andato maluccio, per un cambio di circostanze, per un paio di sgambetti ai programmi che mi ero fatto, per un settimo esame non troppo lontano e non abbastanza facile e infine per incertezze di vario genere riguardo i diversi futuri, sono in ansia. Un'ansia di quelle lente, di quelle che partono piano e ti avvolgono, di quelle che ti mettono in stand-by il cervello e che si autoalimentano. Era tutto più facile dall'altra parte dell'Atlantico?